Probabilmente sai già che l’email marketing è uno degli strumenti di digital marketing più vantaggiosi da usare per il tuo business. Gestire il database e l’invio programmato delle email è una strategia con un alto tasso di conversione e valorizza le leads acquisite.
Se hai ancora dei dubbi, ripeti come un mantra: l’email marketing è importante!
Procedi con la lettura di questo articolo, ti spiegheremo perché partendo dalle basi.
1. Che differenza c’è tra newsletter e DEM?
2. Che cos’è l’email marketing?
3. Best practices: come si fa email marketing
4. Conclusione: perché l’email marketing è così importante
5. Conclusione: come la marketing automation aiuta i business
1. Che differenza c’è tra newsletter e DEM?
Partiamo con il dare una definizione per sfatare subito un falso mito: non tutte le email sono uguali tra loro.
La newsletter è un messaggio di posta elettronica inviato agli iscritti al servizio di un’azienda, un’attività commerciale o un’associazione e utilizzato per aggiornare la propria community su novità, iniziative e promozioni. E fin qui tutto chiaro. Il suo invio può essere gratuito o a pagamento ed è periodico. L’elenco dei contatti è costituito da tutti coloro che hanno deciso di fornire il proprio indirizzo di posta elettronica, di persona oppure via web. L’iscrizione al servizio deve essere sempre autorizzata dall’utente nel rispetto della normativa sulla privacy e del GDPR.
La newsletter è stata uno dei primi strumenti di digital marketing usato per attività di lead nurturing volte a fidelizzare gli utenti, tenere vivo l’interesse nei confronti di un brand e incrementare le visite di un sito web. In poche parole la newsletter:
informa;
condivide contenuti utili su un argomento;
mantiene un contatto tra il brand e il consumatore;
ha una cadenza stabilita.
Si differenzia dalla DEM (direct email marketing) per la finalità di invio. La DEM è esclusivamente commerciale, è progettata per vendere, l’invio non ha una cadenza periodica ed è normalmente coordinata con il lancio di nuovi prodotti o campagne promozionali.
L’utilizzo di una o dell’altra dipende dalla tua strategia di comunicazione aziendale, non si escludono necessariamente a vicenda.
2. Che cos’è l’email marketing?
Sia newsletter che DEM sono strumenti dell’email marketing, ma che cos’è l’e-mail marketing?
Essenzialmente è uno strumento che aiuta le aziende a creare o mantenere un contatto con i clienti, è estremamente efficace quindi per tenere vivo il rapporto con la propria audience e quando viene affiancato e supportato da logiche di automation marketing e lead nurturing, i risultati in termini di fidelizzazione ed engagement possono essere sorprendenti.
Gli indicatori chiave per valutare l’efficacia di una campagna di e-mail marketing sono:
l’open rate o tasso di apertura, ovvero il rapporto tra le email aperte dagli utenti e il numero di email inviate che ci indica l’incisività dell’oggetto. Ricordiamoci sempre che le barriere psicologiche e fisiche dettate dalla diffidenza dei consumatori sono un deterrente all’apertura delle e-mail.
Il CTR, più comunemente noto come click-through rate (spesso nominato nelle nostre pagine oltre che dai vari marketers), non è altro che il rapporto tra il numero di click ottenuti con l’invio di un’e-mail (dem o newsletter che sia), rispetto al numero di destinatari che l’hanno ricevuta e/o aperta. La bontà di questo dato è rappresentativa della forza del messaggio e del potere persuasivo della CTA (Call to Action). Entrambi portano l’utente ad approfondire il contenuto visitando una pagina web e a compiere una determinata azione (es. compilare un form, inserire un prodotto in un carrello ecc.).
Il tasso di reattività è il rapporto tra il numero di email aperte nelle quali sia avvenuto almeno un click e il numero di quelle in cui non si è verificata alcuna interazione. Anche in questo caso, come per il punto precedente, si tratta di una metrica che serve a monitorare in termini qualitativi e quantitativi il nostro database.
Il bounce rate, anche detto tasso di rimbalzo, indica invece la percentuale di email che hanno restituito un errore a seguito di un invio. Spesso quando il valore di questo dato è elevato, è riconducibile a impostazioni errate dei tools di e-mail marketing utilizzati (es. MailChimp, MailUp ecc.)
Lo spam rate (tasso di spam), vale a dire la percentuale di mail che sono finite nella “posta indesiderata” riferito al totale delle email inviate. Attenzione! Questo può dipendere da segnalazioni volontarie da parte degli utenti o dalle impostazioni dei filtri antispam dei client di posta. Quando questo supera lo 0,1%, nel peggiore dei casi, può portare addirittura al blocco dell’account da parte del provider.
3. Best practices: come si fa email marketing
Quando un individuo presta il consenso a ricevere le comunicazioni da parte della tua azienda sta già compiendo un atto di fiducia: dimostra, infatti, che è interessato a te e al tuo brand, desidera essere informato su tutte le novità che ti riguardano, insomma vuole rimanere aggiornato. Tuttavia, la posta elettronica, come sappiamo, è uno dei canali di comunicazione più utilizzati, la competizione per ottenere l’attenzione dei lettori è alta e, ancor prima che l’email venga aperta, bisogna in primo luogo evitare lo spam.
Per fare in modo che un’email arrivi dritta al cuore degli utenti non basta superare le barriere tecniche poste dai filtri antispam.
Di base, infatti, bisogna prestare attenzione a:
il layout grafico che deve essere chiaro, riconoscibile, d’impatto;
il tone of voice dell’email deve corrispondere a quello del brand;
l’oggetto deve incuriosire, bisogna dare una buona ragione agli utenti per aprire l’email;
la frequenza di invio non deve risultare assillante per evitare di spingere l’utente alla cancellazione dal database;
i contenuti devono essere utili, intuitivi e accattivanti.
La buona riuscita di una campagna di e-mail marketing dipende anche dalla qualità delle leads e dalle modalità di acquisizione dei contatti. Pare ovvio dire che un invio massivo a tutta la mailing list (compresi i contatti inattivi) incide sulla deliverability. Chiaramente bisogna agire nel rispetto delle normative vigenti (come citato precedentemente il noto GDPR va osservato a dovere), per non violare la privacy e incorrere in sanzioni.
Se si procede correttamente, si evita il rischio che le proprie email finiscano nello spam o peggio ancora che il dominio da cui vengono inviate venga inserito in blacklist, con tutto quello che ne consegue – procedure burocratiche e noiose attese che possono portare a serie ripercussioni sulle vendite e sulla propria reputazione.
Prima di cliccare sul tasto invia, quindi, è necessario chiedersi:
Il contenuto della email aiuta la mia audience a risolvere un problema?
Sono certo che sto proponendo delle soluzioni realmente utili?
L’oggetto e le prime righe dell’email suscitano la curiosità degli utenti?
Le informazioni sono sufficientemente chiare e dettagliate da coinvolgere gli utenti?
Conoscere la propria audience è indispensabile per qualsiasi attività tu voglia intraprendere. Per fornire il contenuto più adatto, devi saper rispondere a qualsiasi tipo di domanda. Ad esempio:
Il tuo, è un target più maschile o femminile?
In che area geografica vive? Quanti anni ha?
Che lavoro fa? Cosa ha studiato?
Che cosa gli interessa? Quali sono i suoi hobby?
Altro fattore importante di cui dobbiamo tenere conto, è conoscere la posizione degli utenti rispetto a un eventuale fase del funnel, ovvero in quale punto del percorso di acquisizione si trova l’utente e quale tipo di contenuto dobbiamo inviargli per ottenere la re-azione desiderata. I contenuti proposti e le chiamate all’azione (CTA), dunque, devono essere sviluppati in funzione della posizione dell’utente.
Passiamo subito a degli esempi pratici per comprendere come progettare una strategia di email marketing coerente con le azioni intraprese dall’utente.
Ad esempio, se hai appena ottenuto una lead che non ha ancora effettuato un acquisto, si possono strutturare delle email per rendere l’utente consapevole rispetto ai vantaggi competitivi dei tuoi prodotti/servizi e ai valori del tuo brand.
Mentre se il tuo utente ha abbandonato il carrello, puoi risvegliare l’interesse inviando dei messaggi caratterizzati da proposte basate sul principio di scarsità facendo emergere con evidenza le opportunità da cogliere al volo: “l’offerta è valida fino a domani” oppure “il prodotto è quasi sold out”!
Anche in seguito alla conclusione di un ordine è possibile continuare a comunicare in maniera avvincente. Non dimenticarti mai di ringraziare il tuo nuovo cliente acquisito e pianifica con largo anticipo azioni temporizzate di cross-sell e up-sell personalizzate in base agli interessi già espressi. Inoltre, non cercare di vendere qualcosa a tutti i costi: è possibile offrire contenuti di valore per creare engagement e accrescere la customer retention.
Ricordati poi che il tempismo è tutto e può fare la differenza! L’e-mail non deve arrivare troppo presto o troppo tardi, bensì quando il tuo target ne ha realmente bisogno. Puoi solo sperimentare per scoprire quale sia l’approccio corretto, tieni però a mente questi due consigli:
il primo contatto deve essere rapido per dare il via alla conversazione;
il ciclo di email dovrebbe seguire il ciclo di vendita della tua attività – i tuoi clienti convertono dopo 2 giorni o 2 mesi? Adatta così la frequenza dei tuoi contenuti.
È inevitabile, non disperarti se perderai qualche contatto per strada, l’e-mail marketing serve anche a filtrare e migliorare la qualità del tuo database. Fa comodo a tutti risparmiare tempo prezioso da poter dedicare alle leads che realmente convertiranno.
4. Conclusione: perché l’email marketing è così importante
L’effetto delle newsletter e delle DEM non è solo quello di tenere viva l’attenzione dei clienti.
Di fatto, l’email marketing migliora anche il posizionamento sui motori di ricerca, grazie alle numerose visite che puoi ottenere sul tuo sito web o sul tuo blog. Per non parlare delle vendite che potrai generare automaticamente dal tuo e-commerce.
Adesso che ti abbiamo raccontato tutti i vantaggi riconducibili all’implementazione di una campagna di e-mail marketing ben progettata, il prossimo step è crearne una tutta tua. Come? L’effetto delle newsletter e delle DEM non è solo quello di tenere viva l’attenzione dei clienti.
Di fatto, l’email marketing migliora anche il posizionamento sui motori di ricerca, grazie alle numerose visite che puoi ottenere sul tuo sito web o sul tuo blog. Per non parlare delle vendite che potrai generare automaticamente dal tuo e-commerce.
Adesso che ti abbiamo raccontato tutti i vantaggi riconducibili all’implementazione di una campagna di e-mail marketing ben progettata, il prossimo step è crearne una tutta tua. Come?
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